Sono sempre stata convinta che avere una casa in ordine e pulita fosse sinonimo di equilibrio mentale garantito, cerco di spiegarmi meglio: una casa in ordine aiuta a sentirsi meglio e ci rispecchia un po, più è in ordine più ne possiamo trarre beneficio. Per me almeno è così.
Dopo la tempesta emotiva del parto, ricordo che appena mia figlia si addormentava, sentivo l’esigenza di riordinare e pulire tutto, anche più volte al giorno per tenere sotto controllo almeno le mie emozioni da “domestica”. Quando mia figlia ha cominciato a seminare casa di ogni ogetto e giocattolo, quando ha cominciato a svuotare cassetti interi o incasinare stipetti con la foga di un serial killer, ho compreso di dover cambiare metodo; se ci mettiamo poi, che abbiamo pure traslocato, devo dire di aver forzatamente stravolto le mie aspettative e le miei idee sulla disposizione ordinata sono crollate su loro stesse, tra scatoloni e cesti.
La pulizia è sempre stata più o meno costante e non ho mai pulito sul pulito per principio, ma avendo preso una casa con giardino le occasioni per lavare non mancano mai, fortuna che ho sempre sottomano l’aspirapolvere e non ho manie di perfezionismo, molte volte un colpo di spugna su una macchia fresca basta a rendere accettabile il pavimento.
Non sono molte le regole che seguo, anzi, diciamo pure che l’unica regola che seguo è il mio buonsenso correlato alle energie presenti e il tempo a disposizione, la casa ha perso molti posti nella classifica delle mie priorità, ma di certo ci sono azioni ed abitudine a cui non rinuncio. La cucina va riordinata tutti i giorni per esempio, mi sento fortunata perché ho una lavastoviglie e dunque non lavo i piatti a mano ma devo solo mantenere ordinato il bancone, il lavello ed i fornelli. Di solito lo faccio con le cuffie e musica a palla, mi diverto a fare la casalinga che balla tipo pubblicità della tivvù. Mi accontento di poco insomma. Nelle camere è fondamentale tirare su i letti, adoro i piumoni perché basta piegarli in due e buttarli letteralmente sul materasso, anche se il resto della camera rimane da riassettare, avere il letto fatto dona pace ad ogni colpo d’occhio e una parvenza d’ordine che non guasta mai. Come gli asciugamani in bagno, se sono ben piegati tacciono la coscienza per almeno due giorni. Ho imparato anche a insegnare ad Elisa che alla sera si riporta tutto in camera sua, i giochi, i disegni ed i colori e le sue carabattole, non mi piace dover scavare tra monti di oggetti per sedermi sul divano e per il momento sembra funzionare a meno che non sia troppo stanca, occasione nella quale interviene il mio provvido marito.
Una cosa che detesto però e che ancora non ho risolto perché mi mancano alcuni mobili, sono le scarpe in entrata. Facciamo un gioco qui in casa: il lancio della ciabatta. Non ho ancora capito, giuro, perché non siamo capaci di toglierci le pantofole o le scarpe una vicino all’altra. Possibile? Capita solo a noi? Devo comprare la seconda scarpiera perché l’atrio seminato da calzature è fastidiosissimo non tanto per chi entra, ma perché quando si esce di fretta non è facile appaiare le scarpe giuste, se si ha sonno poi, è davvero pericoloso. Se vedete qualcuno con le scarpe spaiate, le ha per il mio stesso problema, consigliategli una bella scarpiera.