Il tripide è notevolmente polifago e vive su molte piante, orticole, leguminose foraggere, floricole (tra cui il pelargonium), ortive e numerose piante erbacee infestanti; il tripide infesta foglie, fiori e frutti.
Le punture di nutrizione, la saliva che viene iniettata nei tessuti, le lesioni conseguenti alle ovideposizione, provocano seccume nei bottoni da fiore, distorsione dei petali con necrosi marginali, rugginosità, cicatrici, imbrunimenti, riduzione dello sviluppo, deformazione dei frutti, macchie argentate puntiformi o ampie, con necrosi, deformazioni, perforazione e lacerazione delle foglie, danneggiamento dei germogli.
I danni interessano sopratutto le piante da fiore e le ortive; temibili sono gli attacchi alle fragole per i danni portati ai fiori che in seguito abortiscono. Identici sono gli attacchi alla vite dove vengono colpiti gli acini appena allegati; le punture da nutrizione provocano colature dei fiori, acinellatura dei grappoli, disseccamenti dei pedicelli e comparsa di rugginosità della buccia deprezzandone così la commerciabilità.
Le femmine che hanno una lunghezza di mm 1,2-1,4 (i maschi sono più piccoli mm 0,9-1 di lunghezza) sono in grado di ovideporre anche senza la presenza del maschio; depongono da 40 o più uova prolungando l’ovideposizione per circa una ventina di giorni; le uova vengono deposte entro i tessuti dei petali e tra le nervature delle foglie più giovani. La nascita richiede da tre a tredici giorni a seconda della temperatura, le neanidi passano alla seconda età dai 3 giorni a 7 secondo la temperatura; le neanidi di seconda età dopo 5 giorni (con temperatura di 25°C) si portano nel terreno ad una profondità di 1-2 cm, dopo un giorno si impupano e diventano adulte dopo 2-3 giorni; il fitofago compie 5-7 generazioni all’anno.
L’intervento con prodotti chimici è poco risolutivo perché si incontrano difficoltà a combattere un insetto che sta nascosto negl’anfratti dei petali e foglie, perché compie molte generazioni l’anno e l’uso continuato dello stesso prodotto chimico facilita la formazione di ceppi resistenti.
Tra i principi attivi più efficaci si segnalano Acrinatina, Metiocarb, Metamidofos e Dimethoate, buoni risultati potrebbe dare il nuovo principio attivo Chlorfenapyr.
In lotta biologica il nuovo prodotto Naturalis consente una lotta senza arrecare danni all’ambiente e all’uomo.